L’ORDINE DEL LIBRO
Michael Hagner
Nella storia della tecnologia è ormai assodato che la “rivoluzione della stampa”, come suggerisce la storica americana della rivoluzione francese Elizabeth Eisenstein, ha profondamente mutato la produzione, la rappresentazione e la circolazione del sapere.Nelle arti, negli studi umanistici così come nelle scienze, il libro stampato è stato lo strumento ufficiale della comunicazione scientifica per più di cinquecento anni. I libri sono oggetti individuali, pratici, maneggevoli, con una vita longeva, custodiscono ciò che noi pensiamo essere parte dell’intelligibilità del mondo.
Come il filosofo e sociologo canadese Marshall McLuhan afferma, il libro ha facilitato l’individualismo moderno e il dominio della cultura occidentale. McLuhan, inoltre, ci ricorda che siamo alla fine della galassia Gutenberg. Dall’avvento del World Wide Web negli anni Novanta, la profezia della morte del libro è stata ripetuta più volte.
Non c’è dubbio che oggi siamo testimoni della dismissione di questo strumento cartaceo, di fronte all’avanzata delle pubblicazioni in formato digitale. Questo sviluppo è rafforzato da iniziative di carattere politico, quali l’Open Access nelle scienze e negli studi umanistici, così come nei nuovi modelli economici che smerciano e-books e tablets. Il cambiamento è così profondo da intaccare l’ontologia dei contenuti nel medium-libro. Mentre, per esempio, il contenuto di un libro stampato è diretto esclusivamente al lettore umano, presupponendo che resti intelligibile per la sola mente umana, un testo digitale è accessibile, in determinati formati, anche a “lettori” macchinici. Con ciò è trasformato in dati, da analizzare secondo determinati algoritmi.
Queste trasformazioni non sfidano soltanto la nostra fantasia sul valore della conoscenza e sull’idea della “leggibilità del mondo” sostenuta dal filosofo tedesco Hans Blumenberg, ma ci ricordano anche di riflettere sul ruolo del libro stampato in un ambiente digitale. Quale futuro per il libro stampato? Che ruolo potrà o dovrà avere? I cambiamenti di cui siamo testimoni ci stanno indicando già nuove direzioni? Può il libro del futuro svolgere il ruolo di oggetto liminale condiviso anziché esclusivo che fu del libro di Gutenberg? Ciò darebbe la possibilità di integrare differenti culture, pratiche e valori che si muovono nelle arti e nelle scienze.
Questioni simili chiamano in causa la forma-libro in generale, rivolgendosi anche ai libri degli artisti, alla fotografia, alla cultura visiva e alla relazione tra il lavoro dell’artista e quello dello studioso.
Un workshop dove definire il ruolo e l’ontologia del libro, per riflettere sulla sua funzione nel mondo della ricerca coinvolgendo editori, stampatori e artisti che presenteranno una prospettiva tanto pratica quanto teorica. Un lavoro ai confini delle discipline per offrire una visione aggiornata sullo stato dell’oggetto-libro nel conflitto aperto tra la carta e il digitale, la quantificazione e la narrazione, i beni comuni e le merci.
Michael Hagner, nato nel 1960, è professore di Studi Scientifici al Politecnico di Zurigo. I suoi studi si interessano di storia della ricerca sul cervello e della sua importanza nell’ambito delle scienze dell’uomo, del ruolo delle immagini nella ricerca scientifica e più recentemente della storia del libro nelle scienze.
Partecipano al laboratorio:
Roger Eberhard
Artista, fotografo e editore. Nasce a Zurigo nel 1984 e fonda la casa editrice b.frankbook.
Dagmar Varady
Nata a Erfurt, vive e lavora ad Halle. Ha studiato grafica, arte dei media e industrial design in Germania, perfezionandosi negli USA. Lavora a una pubblicazione artistica sul tema libri e biblioteche.
Christoph Schifferli
Collezionista di libri di arte e fotografia. È direttore e sviluppatore per oScopeMedia, impresa specializzata nell’archiviazione digitale e nello sviluppo di applicazioni intuitive per dispositivi multimediali.
I luoghi:
Istituto Svizzero di Roma
via Ludovisi 48, Roma
Biblioteca Casanatense
via di Sant’Ignazio 52, Roma
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Biblioteca Casatanense
La Casanatense deve la sua nascita al cardinale Girolamo Casanate (1620-1700), che con testamento dispose il lascito, ai domenicani del convento di S. Maria sopra Minerva di Roma, della sua raccolta libraria, ricca di oltre 20.000 volumi e di cospicue rendite per l’istituzione e il futuro incremento della biblioteca, che sarebbe stata intitolata a suo nome. I domenicani incaricarono l’architetto A.M. Borioni di progettare un edificio nell’area del chiostro del convento: il risultato fu una sala di vaste dimensioni, austera e di grande eleganza, con un doppio ordine di scaffalature lungo le pareti per accogliere i volumi, scandito ancora oggi da cartigli lignei sui quali sono leggibili le indicazioni delle diverse scienze e discipline.
La Casanatense fu inaugurata il 3 novembre 1701 e ben presto divenne una delle più importanti e fornite biblioteche del tempo, grazie a una capillare rete di contatti nei principali centri del mercato librario europeo e a un’attenta cura biblioteconomica, di cui testimonianza è il catalogo alfabetico Audiffredi allestito da G. B. Audiffredi, che la diresse dal 1759 al 1794. Nel 1873 fu estesa anche a Roma la legge sulla soppressione delle corporazioni religiose, e nel 1884, al termine del lungo processo intentato dall’ordine domenicano, la proprietà della Casanatense passò definitivamente allo Stato italiano. Oggi è una delle biblioteche pubbliche statali del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.
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10.00
Saluti
Michele Luminati (Direttore ISR)
10.15
Michael Hagner, The Order of the Book:
Paper, Digitalization, and Disciplines
12.45
Ann-Kathrin Eickhoff, Artists Books in the ‘Sammlung Marzona’
17.30
Roger Eberhard, (Self-)publishing Photobooks in the Digital Age
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10.00
Christoph Schifferli, The Dematerialization of the Art Book
11.15
Stefan Scheidegger, Writing in the age of machine translation
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10.00
Dagmar Varady, Crafting Digital Art: Practices and Problems
11.15
Fabian Grütter, Visual Design in the Office:
Standardizing Stationery Design
12.00
Michael Hagner, Books Unbound: Concluding Remarks