Stalker laboratorio d’arte urbana
Un percorso di ricerca nella città, luogo per eccellenza di creazione e di valorizzazione tra economia formale e mercati informali.
L’ambiguità dei valori estetici, morali, etici, sociali sono indagati nella città di Roma, un territorio capace di autorganizzarsi spontaneamente sia a livello ambientale che sociale. Una ricerca per esplorare il campo dell’eccedenza e della dismisura nell’arte, l’ambiguo nell’esperienza estetica e nella produzione di sapere. Attraversando questa città tra le più grandi al mondo in termini di estensione (nel suo Comune, più esteso di Mosca, Londra e Berlino entrerebbero le nove più grandi città italiane), si seguiranno le tracce di valori altri da quelli classici dell’economia, dell’equivalenza piuttosto che della misura per rendere evidenti le sproporzioni, le singolarità e l’indecidibilità del contemporaneo.
A Roma l’aristocrazia terriera nel 1870 riuscì a far rientrare i propri immensi latifondi all’interno del territorio comunale facendo passare questa città, allora divenuta capitale, da un feudalesimo agricolo a un feudalesimo metropolitano. Tale infinita risorsa di terreni edificabili ha fatto dell’espansione di Roma una fuga centripeta verso l’irraggiungibile limite comunale, avendo cura di lasciare quante più aree vuote per moltiplicarne il valore. Da allora, questa stratificata città si è continuamente ripensata entro il proprio limes tracciato in epoca romana, avanzando per espansioni senza porsi il problema di recuperare, reintegrare, ricucire, quanto già realizzato. Così la città moderna è andata in rovina un po’ alla volta: prima il suo ben rinomato agro, poi le grandi strutture pubbliche ottocentesche, e a seguire la città fascista, quella informale, quella dell’edilizia pubblica degli anni Settanta e Ottanta. Un andare in rovina che evidentemente ha una sua economia e una propria logica perversa, corrotta, magari mafiosa che, in qualche modo, produce un plusvalore.
Oggi si è giunti al paradosso di interi pezzi di città diventati rovine prima ancora di essere finiti e utilizzati: dal Colosseo alle mastodontiche strutture della città dello sport di Calatrava, passato e futuro della città sembrano essere in rovina.
Il valore dei territori metropolitani esplora gli spazi dismessi e sottoutilizzati, attraversa e abita il “rimosso urbano” capace di accogliere chi è rifiutato, di dare vita a forme sociali sconosciute spesso osteggiate in maniera miope, se non apertamente combattute dall’amministrazione di Roma. Un programma di ricerca sull’uso informale delle rovine realizzato attraverso laboratori, passeggiate, seminari, discussioni, ricerche sul campo per attraversare quei territori metropolitani capaci di prefigurare originali assetti urbani, oltre i tanti fallimenti della città contemporanea e della sua rovinosa economia speculativa.
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Roma a nudo
Archivio Stalker. Ri agire testimonianze e luoghi d’esperienza
L’incrocio tra l’archivio dell’esperienza collettiva che Stalker ha promosso a Roma negli ultimi venti anni, la testimonianza di chi partecipò a quegli eventi e nuove azioni da compiere lì dove quelle ricerche hanno avuto luogo, è la prima traccia con cui esplorare i territori metropolitani. Misurando gli spazi della città attraverso il tempo dell’esperienza si cercherà di conoscere, condividere e rinnovare gli strumenti della ricerca e dell’azione, di istigare e promuovere radicali pratiche di trasformazione urbana e sociale.
Studio Roma Atelier
#1 Archivio in uso
Stalker attraverso i Territori Attuali (5 – 8 ottobre 1995)
I Territori Attuali costituiscono il negativo della città costruita, aree interstiziali e di margine, spazi abbandonati o in via di trasformazione.
Sono i luoghi delle memorie rimosse e del divenire inconscio dei sistemi urbani, il lato oscuro delle città, gli spazi del confronto e della contaminazione tra organico e inorganico, tra natura e artificio. Qui la metabolizzazione degli scarti dell’uomo, da parte della natura produce un nuovo orizzonte di territori inesplorati, mutanti e di fatto vergini, che Stalker ha chiamato Territori Attuali, indicando con il termine attuale il “divenir altro” di questi spazi.
L’attuale non è ciò che noi siamo, ma piuttosto ciò che diveniamo, ciò che stiamo diventando, ossia l’Altro, il nostro divenir-altro (Foucault). Tali territori risultano difficilmente intellegibili, e quindi progettabili, perché privi di una collocazione nel presente, e quindi estranei ai linguaggi del contemporaneo. La loro conoscenza non può che avvenire per esperienza diretta, possono essere testimoniati piuttosto che rappresentati. L’archivio di tali esperienze è l’unica forma di mappatura dei territori attuali.
#1 Ri azione
Cava di Selce sulla Laurentina
Un percorso dal capolinea della metropolitana fino al luogo della cava di selce abbandonata a metà degli anni Settanta tra via Laurentina e il GRA. Un attraversamento di luoghi in trasformazione, una riserva naturale, esempi di edilizia economica e popolare, nuovi insediamenti urbani. Questa camminata conduce dove Stalker, nel 1996, ha attivato un’azione collettiva in omaggio a Robert Smithson che, nello stesso luogo, nel 1969 ha realizzato Asphalt Rundown, una colata di asfalto giù per un dirupo.
Studio Roma Atelier
#2 Archivio in uso
I giochi del Campo Boario (1999 – 2007)
Campo Boario, zona dell’ex mattatoio di Testaccio a Roma, è un’area in dismissione dal 1975. Nel maggio del 1999 Stalker, invitato alla Biennale dei Giovani Artisti, propone di inserire nel contesto multiculturale del Campo Boario la comunità dei rifugiati Curdi provenienti dalla Turchia. Giunti in massa per la presenza del loro leader Ocalan venuto a Roma a chiedere asilo, i curdi costruirono nei pressi del Colosseo, una villaggio di cartone, “Cartonia”, che si offriva ai romani come un luogo ospitale e di incontro, ma che ben presto fu smantellato disperdendo i curdi in vari anfratti della città. Attraverso il workshop “da Cartonia a Piazza Kurdistan” svolto con gli studenti di architettura, l’associazione Azad e i rifugiati curdi, Stalker decide di occupare e ristrutturare un edificio abbandonato del Campo Boario ribattezzandolo “Ararat”. Nei mesi successivi Ararat diventa il luogo di ritrovo della comunità curda e laboratorio di artisti, architetti, ricercatori e abitanti in genere invitati a condividere l’esperienza di questo spazio.
Oggi Ararat è diventata la tappa obbligata per i rifugiati curdi in transito per l’Europa ed è il centro di ritrovo per tutta la comunità curda cittadina. Nel piazzale ogni anno si celebra il Newroz, la festa del capodanno curdo in cui la comunità si ritrova a danzare in cerchi concentrici intorno ad un altissimo fuoco.
#2 Ri azione
Quartiere Ostiense, Ararat (Centro Culturale Curdo)
Una nuova esplorazione del quartiere Ostiense oggi, quello che rimane delle esperienze del Mattatoio, dal 2007 trasformato in Città dell’Altra Economia. Una tappa al centro culturale curdo Ararat, il Monte dei Cocci, il nuovo mercato, un passaggio lungo le sponde del Tevere, luoghi di Vivilerive, una delle prime azioni di Stalker nel 1993 e 1994, fino a sbirciare tra le lamiere del cantiere infinito degli ex Mercati Generali.
Studio Roma Atelier
#3 Archivio in uso
Geografie dell’Oltrecittà (2006 – 2011)
L’Oltrecittà è un concetto ampio dove la contiguità spaziale perde di senso e l’appartenenza non è più necessariamente legata al vicinato. Un concetto che ci interroga su come approcciare una realtà in qualche modo emergente, ancora sconosciuta, che non sappiamo come cartografare. Tale situazione indefinita mette in crisi gli strumenti di indagine classici, o di laboratorio, dove si dà un campo in cui operare una ricerca: in questo caso è il contrario, si dà una ricerca che ha come obiettivo quello di individuare un possibile campo. L’Oltrecittà si disegna attraversandola, disegnandone tracciati, storie, cercando di coglierne i tratti emergenti. L’Oltrecittà necessita quindi di una azione comune di scoperta/invenzione che possa fortemente influenzarne la comprensione e quindi il disegno.
Il primo tentativo di dar vita a un’immagine dell’Oltrecittà è stato realizzato con “Campagna Romana” nel 2006 : un attraversamento lungo otto direttrici, un’ora con i mezzi pubblici dalle principali stazioni di Roma e cinque giorni di cammino a piedi per tornare indietro. Ogni gruppo con almeno un urbanista/pastore, un fotografo e uno scrittore. Nel 2009 inizia l’esperienza collettiva di “PrimaveraRomana” di attraversamenti dei territori in trasformazione dell’area metropolitana, luoghi ricchi di pratiche di cittadinanza, e occasione di incontro con comitati di quartiere, associazioni, movimenti di lotta per la casa, comunità straniere, esempi di autorganizzazione e autorecupero, realtà spontanee, nel tentativo di far emergere un disegno comune del divenire altro della città/metropoli. Un’esperienza esplorativa per scoprire, condividere e inventare una Roma diversa.
#3 Ri azione
Roma Est, Casilino 900
Un’esplorazione lungo le direttrici che portano verso est, via Prenestina e via Casilina, e il quartiere Prenestino-Centocelle. Sulle tracce di Casilino 900, il più grande insediamento rom della città sgomberato nel 2010, si arriverà alle rovine della ex snia Viscosa dove, dal 1994, è nato un lago: resistenza della natura ad un abuso di speculazione edilizia, preservato oggi da un comitato di quartiere che lotta per aprirlo al pubblico.
Il lungo cammino fuori dal contemporaneo
JOIN THE FLUX! Collegati al flusso di immagini e suoni prodotti nella camminata!
Una camminata di tre giorni tra le rovine della città contemporanea conclude il programma di Studio Roma 2016: dal Colosseo allo scheletro dello “squalo bianco” di Calatrava passando per la “balena spiaggiata” di Fuksas all’EUR e la “città delle talpe” di Koolhaas a Ostiense. L’itinerario produrrà una nuova Mirabilia Urbis Romae 2016.
Attraverso questa camminata si cercherà di comprendere la ragione del cadere in rovina della città contemporanea e si indagheranno le rovine del contemporaneo come possibile infrastruttura per la nascita di una nuova urbanità così come accadde nei secoli passati nel passaggio dalla Roma antica a quella moderna.
Appuntamento: Venerdì 18 Marzo, ore 10.00, Colosseo (sotto l’arco di Costantino)
E’ previsto il trasporto in macchina del bagaglio per dormire (per favore, piccolo e leggero!), portare materassino e sacco a pelo. Per coloro che non vogliono rimanere a dormire, in ciascun giorno di camminata verranno definiti appuntamenti mattutini per permettere di unirsi al gruppo.
Per partecipare alla camminata è richiesta la registrazione via email a studio.roma[at]istitutosvizzero.it entro mercoledì 16 marzo.
Costruzione degli strumenti per la camminata
Studio Roma Atelier, 14 – 16 Marzo 2016
Via Liguria 20, Roma
Tre giorni di workshop all’Istituto Svizzero di Roma preparano la camminata.
Programma
Lunedì 14 marzo
15.00 – 18.00
Incontro con Giovanni Caudo, Professore di Pianificazione urbana all’Università di Roma Tre,
e Assessore alla Pianificazione Urbana del Comune di Roma dal 2013 al 2015
18.00 – 20.00
Costruzione degli strumenti di mappatura
Martedì 15 Marzo
10.00 – 13.00
L’archivio come strumento di costruzione della camminata. Visita all’archivio storico di Roma a Palazzo Altemps (Piazza di Sant’Apollinare, 46)
15.00 – 18.00
Costruzione degli strumenti di mappatura
18.00 – 20.00
Open Archive: Arti Civiche e Stalker Walking School
Mercoledì 16 Marzo
10.00 – 13.00
Costruzione degli strumenti per fare rete. Realizzazione sperimentale per il web dell’applicazione WhatsApp con cui condividere la narrazione della camminata. In collaborazione con la Biennale Urbana di Venezia
15.00 – 18.00
Presentazione e ultimazione di una struttura mobile trasportabile a mano, e risoluzione degli ultimi aspetti logistici
18 – 20 marzo
Camminata
Roma, luoghi vari
Meeting point: venerdì 18 marzo, ore 10.00, Colosseo (sotto l’arco di Costantino)